La sensazione di benessere e di soddisfazione delle persone si basa su un buon senso di sé, su una buona autostima. Abbiamo già parlato di come sia necessario praticare consapevolezza e accettazione, oggi vediamo come migliorare l’autostima con la pratica della responsabilità.
In quale direzione si muove la mia vita? Qual è l’intensità dell’azione personale che imprimo al mio percorso? Chi credo sia responsabile delle mie scelte? Dare delle risposte a queste domande potrebbe essere meno semplice del previsto. Impegnarsi nel proprio percorso di crescita è indispensabile perché questo possa riuscire, altrimenti i nostri movimenti saranno dettati da altri, dalle pressioni sociali o dal caso. Ovviamente queste forze affiancano sempre la nostra volontà, ma è molto importante capirne i limiti e assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Sentire la responsabilità di se stessi significa rendersi conto di quanto ampia è la propria possibilità di azione, pur nei vincoli imposti dai fatti della realtà.
Purtroppo però molto spesso questa operazione non viene fatta in automatico, anzi per tutta una serie di condizionamenti e convinzioni crediamo di aver poca possibilità di agire nelle nostre vite. C’è anche un aspetto consolatorio in questo atteggiamento: se la responsabilità non è mia, non posso fare gran che per stare meglio, però non è neanche colpa mia se sono così insoddisfatto!
Ci sono alcune responsabilità che è necessario assumersi:
- La responsabilità della realizzazione dei propri desideri
- La responsabilità delle proprie scelte e azioni
- La responsabilità del livello di consapevolezza che si mette nel proprio lavoro e nelle proprie relazioni
- La responsabilità del proprio comportamento con gli altri
- La responsabilità dell’uso del proprio tempo
- La responsabilità della scelta dei valori secondo cui vivere
- La responsabilità della propria felicità: la mia vita è nelle mie mani, dipende da me
Ovviamente la responsabilità personale non riguarda ciò che è fuori dal nostro controllo, sarebbe impensabile applicarla ad ogni aspetto dell’esistenza e pericoloso, perché porterebbe a una frustrazione continua. Ma è altrettanto pericoloso non applicarla alle proprie scelte e azioni, perché significherebbe non essere consapevoli di se, con tutto ciò che ne consegue in termini di benessere e autostima.
Assumersi la piena responsabilità della propria vita significa anche esercitare la propria mente, avere la capacità di pensare e sviluppare la capacità critica, e in un paese in cui l’analfabetismo funzionale è al 47% è una questione non così scontata.
Chiaramente l’assunzione di responsabilità implica il riconoscimento dell’altro come persona con propri scopi e necessità, l’essere umano come fine, e non come mezzo per il soddisfacimento di bisogni altrui, e anche questo è un aspetto che non si può dare per scontato in una società come la nostra in cui le diseguaglianze sociali e la strumentalizzazione delle persone è all’ordine del giorno.
Il quadro delineato non è di sicuro dei più rosei: la società non incoraggia la responsabilità e in effetti non incentiva il benessere delle persone. Ma la presa di coscienza che non verrà nessuno a salvarci ha in realtà un aspetto altrettanto positivo: ci permette di riprendere in mano la nostra vita e condurla come noi desideriamo.
BIBLIOGRAFIA
Branden, N. (1994) I sei pilastri dell’autostima. Tea