QUATTRO PASSI… CON LO PSICOLOGO-3 Camminare: panacea di tutti i mali?

Abbiamo visto come lo spazio e il tempo dilatato del camminare, l’affrontare il percorso qui ed ora, ci mette a confronto con noi stessi, con le nostre capacità, le nostre paure e in questo modo ci da la possibilit20150628_223434à di ritrovarci, riscoprirci, senza cercare di aderire a delle aspettative esterne. Camminare è un riappropriarsi del proprio corpo, attraverso il movimento, lo sforzo, lo sentiamo, ci accorgiamo che esiste, ci accorgiamo della realtà, abbassiamo le aspettative e accettiamo ciò che c’è. E’ anche un riappropriarsi del tempo, del godere del ritmo naturale di noi stessi, dell’ambiente, nell’ascolto del respiro, nell’attenzione ai nostri passi. E’ un ritorno alla semplicità: il gesto del camminare è semplice nella sua naturalezza, nella sua basilarità. Camminare è anche una critica alla distruzione dell’habitat naturale, è un ritorno alle radici. E’ meditazione, è silenziare la mente che cerca sempre di portarci altrove.

La molteplicità degli aspetti coinvolti permette di inserire il cammino tra le pratiche psicosomatiche, o olistiche, dato il coinvolgimento sia del corpo che della mente.

La fisica quantistica ha da tempo dimostrato la natura duale delle particelle, che possono assumere sia l’aspetto di particelle che di onde e quindi essere sia materia che energia, superando di fatto il modello cartesiano che presuppone una netta separazione tra il materiale e lo spirituale, tra il tangibile e l’intangibile, segnando nuove prospettive nella concezione dell’individuo come separato tra corpo e mente. Camminare può diventare una forte metafora in questo senso, del senso di unità tra pensiero e corpo e senso di continuità con l’ambiente circostante, in un’integrazione del gesto del camminare con il respiro e con il pensiero e con gli elementi ambientali.

Usare il cammino come strumento di crescita significa usare l’intero corpo, e non solo la mente, per conoscere se stessi e il mondo, vuol dire non affidarsi a presunzioni intellettuali ma affidarsi all’esperienza , e questa modalità esce dagli schemi conoscitivi a cui siamo abituati che privilegiano indubbiamente la parte razionale rispetto a quella sensoriale.  E dare spazio alla conoscenza sensoriale non è solo godere dell’ambiente naturale, del paesaggio, dei profumi e dei suoni, ma è dar pace al lavorio mentale che è alla base di fenomeni di ansia e depressione.

Camminando si può smettere di cercare di essere all’altezza, di rispondere a richieste di prestazioni efficienti, del privilegiare come si appare rispetto a come si è. In un gruppo di camminatori si annullano le differenze sociali normalmente presenti: non è più l’apparenza, “l’abito”, o lo status sociale a trasmettere qualcosa di noi, perché gli abiti indossati, il perseguire lo stesso scopo, che è camminare qui ed ora, permettono di uscire dai propri schemi, dai vincoli autoimposti ed essere semplicemente ciò che si è.

Sembrerebbe che il cammino possa essere considerato la panacea di tutti i mali… Per gli innumerevoli effetti, per la semplicità e gratuità del gesto, per i risvolti sul benessere fisico e psicologico.

Nonostante tutto ciò sia vero, non bisogna dimenticare che siamo tutti diversi, e qualunque pratica, se fatta senza un atteggiamento positivo, può portare pochi frutti. Ognuno di noi è differente dagli altri e ognuno di noi ha il diritto di scegliere il proprio percorso e… non a tutti piace camminare! Ed è inutile insistere, perché in fondo, è inevitabile rendersi conto che ciascuno ha un percorso differente per la propria evoluzione e non esiste un’unica strada che va bene per tutti, ed è forse questa differenza a rendere il mondo un posto tanto interessante e stimolante, per chi ha la curiosità di scoprire.

Il camminare è in qualche modo un gesto di rottura degli schemi, perché abbandona il ritmo quotidiano e diventa vivere la vita per quello che è, accettando imprevisti e difficoltà, un passo per volta, adattandosi e rendendosi flessibili. Il cammino è uno dei simboli del cambiamento, e il cambiamento è l’emblema della vita stessa. A ciascuno il compito di trovare il proprio, di percorso.

BIBLIOGRAFIA

http://www.cammini.eu/blog/psicologia-in-cammino-guido-ulula-alla-luna

Daniela Fregosi. Walking. Il camminare come strumento di sviluppo personale e professionale. www.formazione-esperienziale.it

Capra, F. (1984). Il punto di svolta. Feltrinelli

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Anna Sari, psicologa

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