QUATTRO PASSI… CON LO PSICOLOGO-1 Perché camminare?

Perché camminare? Camminare è un’attività antica quanto l’uomo. E’ il punto di partenza dell’evoluzione della nostra specie. E’ un’attività relativamente semplice, alla portata della maggior parte delle persone. Eppure è scarsamente praticata nella nostra società, che volge il proprio sguardo al risultato, al successo, al consumo

Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato come l’attività fisica, e il camminare sperche camminareoprattutto, abbiano risvolti positivi sia dal punto di vista fisico che mentale.

Camminare previene molte malattie, come quelle dell’apparato cardiovascolare, il diabete, l’obesità, l’osteoporosi. Ha effetti positivi anche sulla riduzione dello stress, sull’immagine di sé, sulla riduzione dell’insonnia e dell’ansia, sulla depressione. Medici e organismi di salute pubblica consigliano la camminata come strumento di prevenzione delle malattie.

Per trarre i benefici dalla camminata però è necessario farlo al meglio, non tanto in un’ottica prestazionale, quanto di consapevolezza. Camminare può essere un’eccellente strategia per fronteggiare lo stress della vita quotidiana. Può diventare un momento in cui prestare attenzione a se stessi e ai segnali che arrivano dal corpo, attraverso l’acquisizione progressiva di una concentrazione psichica passiva, non volitiva. Ci si lasciala andare ad un atteggiamento di attenzione a sé e all’ambiente circostanze orientato all’accoglienza piuttosto che al giudizio, con conseguenti miglioramenti del benessere psicofisico.

Un’interessante ricerca condotta presso l’Università di Stanford ha evidenziato che, in particolare, camminare in un’ambiente naturale, piuttosto che in un’area urbana ha effetti consistenti sul “rimuginio”, quell’attività mentale composta di pensieri negativi autoriferiti e autoalimentati che comportano il rischio di sviluppare depressione. La ricerca dimostra che 90 minuti di camminata in un ambiente naturale (confrontando con il medesimo tempo in un’area urbana) comportano la diminuzione dell’attività corticale coinvolta nel rimuginio.

Tutte le ragioni elencate sono già un buon punto di inizio, ma in realtà camminare porta con sé ulteriori significati e può portare a sviluppare altre potenzialità più profonde.

Il mio interesse nei confronti della camminata come strumento di crescita personale è derivato dalla sperimentazione diretta, prima che attraverso l’approfondimento teorico. La camminata affrontata come viaggio, quindi con una certa durata nel tempo e nello spazio, offre la possibilità di imparare a gestire le paure (del buio, della solitudine, dell’ignoto, degli animali, della perdita della sicurezza, etc..), di percepire meglio e con più chiarezza il proprio corpo, le proprie emozioni, migliora l’immagine di sé, migliora il rapporto con le proprie capacità e i propri limiti.

Nella nostra società il viaggio viene frequentemente inteso come rappresentato da due punti principali, l’inizio e la fine, togliendo valore al percorso. Questa visione comporta la difficoltà dell’uomo occidentale a percepirsi dove egli in realtà è: nel qui ed ora. Consumiamo ingenti dosi di energia mentale a pensare da dove siamo partiti e a dove vogliamo arrivare, ma raramente siamo attenti a ciò che siamo o facciamo nel presente. La camminata offre quindi una potente metafora che permette di ascoltare il nostro corpo mentre si muove, per osservare come la mente lavora (o si acquieta) durante la camminata, affrontando un passo alla volta, nello spazio presente, nel qui e ora. La camminata più che essere un mezzo per raggiungere qualcosa, è il mezzo per essere dove si è.

Forse è proprio per reazione a una società meno attenta al processo che al risultato, poco adattabile ai ritmi naturali ma sempre alla rincorsa di un obiettivo da raggiungere, che molte persone riscoprono il piacere di affrontare il cammino…

BIBLIOGRAFIA

http://www.benessere.com/psicologia/arg00/psicologia_fitwalking.htm

http://www.studio-pragmatica.it/progetti/camminoterapia/

http://www.repubblica.it/scienze/2015/06/30/news/ti_senti_giu_cammina_per_un_ora_e_mezza-118013272/

 

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Anna Sari, psicologa

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