COME CHIUDERE UNA STORIA SBAGLIATA

come chiudere una storia sbagliataA chi non è capitato di vivere una relazione e di chiedersi se quella fosse la storia “giusta” per sé? Ogni relazione, bene o male, porta con sé momenti belli e frustrazioni, gioie e dolori. Ci sono momenti in cui ci sentiamo capiti dal partner e momenti in cui siamo frustrati e soffriamo perché percepiamo distanza. Allora ci chiediamo se è meglio chiudere o raddoppiare gli sforzi, e il solo risultato che otteniamo è un gran mal di testa! Ma vediamo come chiudere una storia sbagliata.

Innanzitutto una riflessione su come abbiamo scelto il partner. Senza entrare nel dettaglio di teorie di riferimento, sicuramente potrebbe esserci utile ripensare alla relazione coi nostri genitori e alla relazione tra di loro. Come mi sentivo quando stavo con loro? Mi sentivo amato? Amato se facevo il bravo o se in qualche modo rispondevo alle loro aspettative? O amato a prescindere? E come reagivo quando sentivo che mi mancava un po’ di amore? Lo chiedevo? Lo supplicavo? Oppure me ne andavo perché “tanto ce la faccio anche senza di te”?

Queste domande hanno una risposta meno semplice del previsto. A volte la memoria non affonda così facilmente nei ricordi, a volte un po’ ce la raccontiamo per nascondere degli episodi che magari ci hanno fatto soffrire più di quanto ci piace ammettere, prima di tutto a noi stessi.

 

È possibile quindi che la scelta del nostro partner, l’incontro tra la nostra “energia” e la sua, risenta di questi eventi passati. Soprattutto se non si ha ancora avuto occasione di rimetterci mano attraverso esperienze di vita di valore terapeutico. Una storia “sbagliata” è un’occasione preziosa per riflettere su di sé. Ci consente di osservare i nostri “schemi di funzionamento”, di prendere coscienza delle azioni che derivano da condizionamenti passati e offuscano il nostro vero sé.

Quando la nostra natura profonda si libera, quando il sé è centrato e consapevole, le relazioni sentimentali si liberano (almeno in buona parte) dei condizionamenti del passato.

 

Ma per avvicinarsi a questo risultato è necessario impegnarsi in prima persona, mettersi in discussione e riconoscere la propria responsabilità personale al riguardo. Questo però non è assolutamente un invito a perseverare in storie dolorose o, magari, perfino pericolose. Ci sono dei campanelli di allarme e dei segnali che non possono essere ignorati e dietro a cui è bene non nascondersi con nessuna scusa.

  1. il ricatto affettivo e le minacce
  2. la colpevolizzazione
  3. le bugie e le lusinghe
  4. la denigrazione
  5. l’ invadenza
  6. le spalle al muro
  7. la dipendenza indotta

Quando la relazione e il nostro partner minacciano in qualsiasi modo la nostra incolumità fisica e la nostra dignità non c’è motivo che tenga. In questo caso, se abbiamo paura o non ce la facciamo da soli, ci possiamo rivolgere alle associazioni e agli enti sul nostro territorio che si occupano di relazioni violente, o a uno psicologo che ci potrà accompagnare in questo percorso.

Quindi, per capire come chiudere una storia sbagliata, dobbiamo innanzitutto comprendere lo schema che stiamo perpetuando.

 

Oltre alle riflessioni rispetto ai rapporti famigliari della nostra infanzia, possiamo interrogarci anche rispetto alle nostre relazioni amorose, sia su quella attuale, sia su quelle passate. Soprattutto se abbiamo già vissuto relazioni simili rispetto al “nodo” che ci crea dolore, possiamo riflettere su quale aspetto abbiamo bisogno di fare luce e di cambiare nel nostro schema di azione. Come sto nella relazione amorosa? Sono dipendente dal partner? Ho bisogno di continue conferme della sua presenza? Mi sento insicuro? Mi sento di non poter essere completamente me stesso altrimenti perderei l’amore? Oppure al contrario lo tengo a distanza? Lo provoco in continuazione per vedere quanto lontano posso spingermi? Ovviamente tra questi due estremi ci sono tutte le sfumature del comportamento umano, che a volte è altalenante e difficilmente monolitico.

Per capire come chiudere una storia sbagliata bisogna quindi partire da sé.

 

Lavorare attivamente con responsabilità e impegno per dar luce alla propria parte autentica e profonda. Far emergere la propria vera voce. Liberarsi dalle paure e dai condizionamenti del passato. Non è un lavoro semplice e veloce. Niente ricette miracolose per la felicità. È un lavoro ricco, difficile, ma profondo e liberatorio.

“Il problema di base nell’amore è che prima devi diventare maturo, allora troverai un partner maturo: le persone immature non ti attireranno affatto.
Le persone immature che cadono in amore distruggono a vicenda la propria libertà, creano un legame, una prigione.
Le persone mature in amore si aiutano a essere libere, si aiutano l’un l’altra a distruggere ogni tipo di legame.
E quando l’amore fluisce nella libertà c’è bellezza.
Quando l’amore fluisce nella dipendenza c’è bruttezza.
Ricorda, la libertà è un valore più alto dell’amore. Quindi se l’amore distrugge la libertà, non ha alcun valore.”

“Con te e senza di te” Osho

BIBLIOGRAFIA

http://www.stateofmind.it/2013/12/manipolatore-perverso-narcisista/

http://www.visionealchemica.com/amore-bisogno-e-amore-dono/

About anna_sari

Anna Sari, psicologa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *