AGGRESSIVO, PASSIVO O… ASSERTIVO?

A chi non è capito di sentirsi in difficoltà ad avere a che fare con gli altri? Quante volte avremmo voluto saper far valere le nostre ragioni? Quante volte avremmo preferito saperci controllare e non far scappare quella frase cattiva, magari diretta proprio a qualcuno a cui vogliamo bene?
Come possiamo fare perché il nostro comportamento sia adatto a raggiungere i nostri scopi?
Fondamentalmente i poli opposti del comportamento umano sono quelli passivo e aggressivo, di cui un esempio possono essere i personaggi della saga di “Ritorno al Futuro”.  Biff rispecchia il comportamento aggressivo, George McFly il passivo e Marty l’assertivo.

aggressivo passivo o assertivo

Il comportamento passivo si realizza quando siamo incapaci di esprimere opinioni o sentimenti. Ci sentiamo in qualche modo «inferiori» agli altri e quindi tendiamo a farci influenzare dall’esterno.

Ci comportiamo in questo modo quando pensiamo di non “meritare” quello che vorremmo. Siamo in qualche modo svalutanti nei nostri confronti e sfuggiamo dalle situazioni e dalle difficoltà, evitando di affrontarle. E’ accompagnato da emozioni di colpa, paura, ansia e frustrazione. Inizialmente questo comportamento dà i suoi frutti: le persone difficilmente hanno qualcosa contro chi fa di tutto per non urtare gli altri, e quindi il comportamento passivo è spesso ben accettato. Ma alla lunga questo stile relazionale porta a una diminuzione di autostima e a insoddisfazione, a difficoltà relazionali e al rischio che la rabbia repressa a lungo esploda tutta in una volta.

Il comportamento aggressivo, al contrario, si realizza quando perseguiamo solo il nostro interesse a discapito di quello degli altri. Tendiamo a sovrastare l’altro e a non ascoltarlo, non ammettiamo i nostri errori e scarichiamo le nostre responsabilità sugli altri. Si basa sul convincimento che le relazioni sono un gioco a somma zero: io vinco se tu perdi.

La persona aggressiva pensa che la propria opinione sia “vera” per tutti e come tale debba essere accettata. Spesso le persone aggressive ottengono immediata soddisfazione alle proprie richieste, ma ovviamente è difficile che con questo comportamento si possano avere relazioni durature e soddisfacenti, con le conseguenze di stress e isolamento sociale che ciò comporta.
Dato che il comportamento umano non è monolitico, a tutti è capitato di essere a volte aggressivi e a volte passivi, anche se spesso si riscontra una certa tendenza nel preferire un tipo di comportamento all’altro.
E allora? Aggressivo, passivo o assertivo?

Il comportamento assertivo si realizza quando abbiamo chiari i nostri obiettivi, agiamo per realizzarli nel rispetto degli altri e ci prendiamo la responsabilità delle nostre azioni. Si basa sulla negoziazione come strumento per risolvere i conflitti interpersonali, sull’assunzione di responsabilità e l’accettazione delle conseguenze delle proprie scelte. In sostanza è la capacità di usare lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al contesto relazionale e all’obiettivo per cui ci si sta relazionando con l’interlocutore.

Il comportamento assertivo ha alla base il riconoscimento di alcuni diritti, per se e per gli altri, ed è assertivo ciò che rispetta tali diritti (non ciò che gratifica i desideri delle persone coinvolte!). Esempi di diritti assertivi sono il diritto di essere se stessi, il diritto il diritto di agire in modo da difendere il proprio valore e la propria dignità senza ledere l’integrità altrui, il diritto di chiedere (ma non di pretendere) ciò di cui si ha bisogno
Le motivazioni che ci spingono a comportarci in un certo modo non sono del tutto consapevoli e sono influenzate da convinzioni radicate nel profondo e dalle esperienze passate. Lo stile comportamentale è collegato anche alla propria autostima. Esiste una relazione circolare tra il riconoscimento dei diritti assertivi e l’autostima. Maggiore è l’autostima e maggiore è il riconoscimento di tali diritti e più ci si impegna a riconoscere e a rispettare i diritti maggiore sarà l’autostima.

Relazionarsi con gli altri in modo costruttivo ed efficace non è un’abilità innata, ma una capacità che si acquisisce col tempo e con l’esercizio.

Infatti come già accennato, l’assunzione di un comportamento assertivo necessità di un certo livello di autostima, con tutto il bagaglio di pensieri e convinzioni su di sé e sul mondo che questo comporta. É utile inoltre l’apprendimento di tecniche e modalità comunicative specifiche, come il “disco rotto”, l’”annebbiamento” e la capacità di esprimere i messaggi in prima persona.
Le nostre scelte comportamentali dipendono in parte dalle nostre caratteristiche di personalità, in parte dalle esperienze de passato, ma continuano ad adattarsi e modificarsi anche in relazione alle nostre esperienze presenti. È quindi possibile scegliere consapevolmente di adottare un comportamento adatto a raggiungere i propri scopi quale è il comportamento assertivo

BIBLIOGRAFIA
Anchsi R., Dessy M.G. (1995) “Non solo comunicare. Teoria e pratica del comportamento assertivo” Ed. Libreria Cortina, Torino
Baggio F. (2013) “Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti” Franco Angeli, Milano

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Anna Sari, psicologa

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