AUTOSTIMA … CHE?

Tutti noi abbiamo un’idea di cosa è l’ autostima. Eppure darne una definizione univoca non è cosa così semplice. Per scriverne ho fatto come al solito, cioè ho aperto alcuni dei miei libri di psicologia e mi sono messa a cercare, ma non ho trovato niente di soddisfacente.autostima

Ciò nonostante, l’ autostima è una necessità fondamentale per gli esseri umani, in quanto le convinzioni circa il proprio valore, la propria “bontà”, le idee su ciò che si merita e sulla capacità di impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi determinano quali azioni effettivamente metteremo in pratica, orientando quindi il corso delle nostre vite.

L’autostima si basa sul senso di efficacia, cioè sulla sensazione di essere capace di sfruttare la propria abilità di ragionamento, la propria mente, di essere in grado di imparare e di prendere le giuste decisioni per sé. E’ la fiducia in se stessi.

Oltre al senso di efficacia, l’autostima si compone del rispetto di sé (per approfondire I diritti assertivi e l’autostima), cioè nella certezza del proprio valore e in un atteggiamento assertivo rispetto al diritto di vivere la propria vita, di essere felice e di assumersi la responsabilità delle proprie scelte.

Il livello di autostima delle persone si manifesta in modo chiaro attraverso le azioni che vengono compiute, in quanto esiste una relazione di influenza reciproca tra il livello dell’autostima e le nostre azioni. A questo proposito è possibile fare le seguenti osservazioni:

  • Se abbiamo rispetto per noi stessi, tenderemo ad agire in modi che rafforzano questa sensazione, chiedendo, ad esempio, agli altri di interagire con noi in maniera appropriata
  • Se non abbiamo rispetto per noi stessi, manifesteremo questo scarso rispetto accettando comportamenti altrui per noi sminuenti o, al contrario, cercando di sopraffare gli altri per cercare una conferma al nostro valore che interiormente non abbiamo
  • Se vogliamo migliorare la nostra autostima, il primo passo è riconoscere il valore della nostra persona e ad esprimere tale rispetto con un comportamento congruente.
Il nemico più insidioso dell’autostima è la paura (per approfondire Alla scoperta delle emozioni: la paura). Tale emozione ci spinge ad evitare le situazioni nuove o quelle che ci spingono a sperimentarci. In questo modo il desiderio perseguito non è più la creatività, o la scoperta, ma la ricerca della sicurezza. Dato che la paura spesso non è la manifestazione di un sano istinto di conservazione, ma un insieme di pensieri, azioni ed emozioni del tutto soggettivi, il rischio è che la paura agisca ad abbassare il livello dell’autostima portandoci a non vivere appieno le nostre vite, con evidenti conseguenze sul proprio benessere.

Secondo Nathaniel Branden, l’autostima si fonda su sei pratiche:

  1. La pratica di vivere consapevolmente
  2. La pratica dell’accettazione di sé
  3. La pratica del senso di responsabilità
  4. La pratica dell’affermazione di sé
  5. La pratica di darsi un obiettivo
  6. La pratica dell’integrità personale
Quello su cui voglio porre l’attenzione in questo momento è che si parla di pratiche quindi di azioni, non dimenticando che l’azione fisica deriva da quella mentale e che di conseguenza i processi interni rivestono un ruolo cruciale. La pratica richiede che l’azione sia messa in atto più volte, con coerenza. E’ quindi un modo di operare giorno per giorno, nelle grandi come nelle piccole cose, è un modo di essere.

Per migliorare la propria autostima non basta quindi lavorare solo sul concetto di sé, sul proprio senso di efficacia e sul rispetto di sé, ma è necessario praticare questi concetti attraverso la realizzazione della consapevolezza, dell’accettazione di sé, della responsabilità personale, dell’affermazione di sé, della persecuzione dei propri obiettivi e dell’integrità personale.

 

BIBLIOGRAFIA

Branden, N. (1994) I sei pilastri dell’autostima. Tea

Palmonari, A., Cavazza, N., Rubini, M., (2002) Psicologia Sociale. Il Mulino

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Anna Sari, psicologa

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