I DIRITTI ASSERTIVI E L’AUTOSTIMA

Abbiamo già avuto occasione di parlare di comportamento assertivo. Fondamentali per lo sviluppo di relazioni assertive sono i concetti di libertà e responsabilità, che funzionano come una sorta di linea guida: è assertivo ciò che rispetta i diritti delle parti in causa, non ciò che gratifica i desideri delle persone coinvolte. Le persone assertive non faticano a riconoscere tali diritti in sè e negli altri, mentre gli aggressivi tendono a farli valere per sé ma non per gli altri e i passivi li riconoscono negli altri ma non in sè.
Ma quali sono questi diritti?
Fondamentalmente possono essere ricondotti al diritto di essere noi stessi i giudici finali del nostro comportamento, perché chi non teme il giudizio altrui, riconosce i propri diritti e si assume la responsabilità di farli valere.
Vediamo un elenco di questi diritti:
Il diritto di essere se stessi
• Il diritto il diritto di agire in modo da difendere il proprio valore e la propria dignità senza ledere l’integrità altrui
• Il diritto di chiedere (ma non di pretendere) ciò di cui si ha bisogno
• Il diritto di essere i soli a giudicare il proprio comportamento, i propri pensieri, le proprie emozioni e di assumersene la responsabilità, accettandone le conseguenze
• Il diritto di essere anche illogici nelle proprie scelte
• Il diritto di non offrire ragioni o scuse per giustificare il proprio comportamento
• Il diritto di dire «no» senza sentirsi in colpa
• Il diritto di dire «non so» «non capisco»
• Il diritto di cambiare opinione
• Il diritto di commettere errori e assumersene la responsabilità
• Il diritto di non rendere sempre al massimo delle proprie possibilità
• Il diritto di valutare se assumersi la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri
• Il diritto di dire «non mi interessa» quando gli altri vi coinvolgono nelle loro iniziative
Dicevamo che presupposto del comportamento assertivo è il riconoscimento dei criteri di giustizia e reciprocità che regolano il rapporto con sé stessi e con gli altri, e parallelamente dei risvolti psicologici che allontanano da tali criteri (ad es. senso di colpa, senso di inferiorità, timore di mostrarsi deboli…). Questo ci porta alla questione della libertà interiore, che riconduce i diritti assertivi alla libertà di dire no senza sentirsi in colpa. E’ come se subissimo una pressione alla benevolenza, per condizionamento sociale ed educativo oltre che per caratteristiche personali. E’ come se essere se stessi significasse in qualche modo contrapporsi agli altri, e quindi il timore di non essere accettati se si è realmente sé stessi.
Per riconoscere tali diritti però è necessaria un’adeguata autostima. Ma cos’è l’autostima? La possiamo sinteticamente definire come la valutazione che ciascuno fa di sé e delle proprie relazioni interpersonali. E’ il rapporto tra come ci vediamo (sé reale), come vorremmo essere (sé ideale) e come dovremmo essere (sé imperativo). Tali valutazioni si basano sulla combinazioni di informazioni oggettive riguardo a se stessi e di valutazioni soggettive di tali informazioni. I problemi nascono quando c’è un’elevata discrepanza tra come ci vediamo e come vorremmo/dovremmo essere. Per avere una buona autostima servono consapevolezza del proprio valore, accettazione dei propri limiti, fiducia nelle proprie capacità ed essere pronti a rischiare anche di fallire, qualche volta. Quando si ha un buon livello di autostima, non si hanno difficoltà a riconoscere in sé e negli altri i diritti e a comportarsi in modo da farli rispettare, mentre una bassa autostima comporta un senso di inadeguatezza, quindi una tendenza ad autosvalutarsi e uno scarso riconoscimento di bisogni e diritti. Inoltre esiste una relazione circolare tra Diritti Assertivi e Autostima: esercitare i propri diritti accresce l’autostima e una buona autostima aumenta la capacità di riconoscere i propri diritti e richiedere che siano rispettati.
In conclusione dobbiamo riconoscere che per avere buone relazioni con gli altri e necessario avere una buona relazione con sé e, contemporaneamente, esercitarsi ad avere relazioni assertive con gli altri, aumenta l’autostima.

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Rif. bibliografici:
Anchsi R., Dessy M.G. (1995) “Non solo comunicare. Teoria e pratica del comportamento assertivo” Ed. Libreria Cortina, Torino
Baggio F. (2013) “Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti” Franco Angeli, Milano

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Anna Sari, psicologa

3 Comments

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