VIVA LO STRESS! (SE NON PUOI EVITARLO… FATTELO AMICO!)

come funziona lo stressOddio che stress! Se solo penso alle cose da fare, agli impegni da rispettare, alle richieste a cui dovrò far fronte, oggi, domani, la prossima settimana… una parola mi viene in mente: stress!!!

Ma come funziona lo stress?

Il concetto fu introdotto da Hans Selye nel 1936 per indicare una risposta adattativa dell’organismo a sollecitazioni di diversa natura. Questa risposta si è evoluta per consentire all’essere umano di mettersi in salvo in situazioni di emergenza e comporta l’attivazione dell’amigdala (un nucleo situato nella parte filogeneticamente più antica del cervello) senza passare dalla corteccia cerebrale (la parte situata in superficie, sviluppatasi in tempi più recenti e fondamentale per i processi di pensiero).

Pensiamo ai nostri antenati: le loro giornate erano sicuramente diverse dalle nostre… potevano incontrare animali pericolosi, o trovarsi in situazioni in cui la mancanza di una risposta sufficientemente pronta avrebbe potuto comportare la morte. E l’evoluzione è un meccanismo molto efficiente: si è sviluppata così una risposta, quella di “attacco o fuga” in cui le informazioni non sono processate in modo logico dalla corteccia cerebrale, ma ricevono una risposta istintiva, mediata appunto dal cervello viscerale, che prepara l’organismo a difendersi o a scappare.

Purtroppo però i pericoli che incontra l’essere umano nella vita di tutti i giorni sono cambiati più velocemente di quanto abbia fatto il meccanismo evolutivo, di conseguenza nell’uomo moderno lo stress, che deriva dall’attivazione della risposta di attacco o fuga, può comportare delle conseguenze di cui è bene tenere conto.

Innanzitutto sottolineiamo che lo stress si compone di tre fasi:

  1. Fase di allarme: è la prima risposta a uno stimolo improvviso, serve a prepararsi all’azione. Comporta la mobilitazione energetica
  2. Fase di resistenza: l’organismo, per un certo periodo di tempo, aumenta la sua funzionalità tramite il ruolo regolatore del sistema endocrino (il complesso sistema che regola la produzione di ormoni nel corpo)
  3. Fase di esaurimento: l’aumento della funzionalità «presenta il conto»: peggioramento del funzionamento del sistema immunitario.

Da ciò possiamo capire che, almeno inizialmente, lo stress è una reazione che ci consente di far fronte a una situazione inaspettata aumentando la nostra efficacia. Ma se la situazione che costringe il nostro corpo ad attivarsi perdura troppo a lungo ecco che subentra la fase di esaurimento che è quella che comporta le conseguenze peggiori per l’organismo. Tali conseguenze sono tutt’altro che trascurabili e agiscono sull’intera persona.

Come funziona lo stress: sintomi

Dal punto di vista corporeo si possono evidenziare:

  • eccessiva tensione muscolare,
  • mal di testa,
  • pressione alta,
  • tachicardia,
  • dolori muscolari,
  • difficoltà digestive,
  • difficoltà ad addormentarsi,
  • stanchezza,
  • disturbi intestinali.

Anche la risposta emotiva viene perturbata dallo stress:

  • agitazione,
  • irritabilità,
  • scarsa fiducia in sé,
  • perdita di piacere nel fare le cose,
  • umore instabile

Il funzionamento mentale può risentire dello stress con:

  • pensieri negativi,
  • mancanza di concentrazione,
  • sensazione di inadeguatezza,
  • paura di perdere il controllo,
  • brutti sogni.

Anche il modo di comportarsi non è immune dagli effetti dello stress:

  • alterazione dell’appetito,
  • maggior consumo di alcol, caffè, sigarette…,
  • sensazione di fretta o di avere poco tempo a disposizione,
  • disattenzione,
  • scarsa predisposizione all’ascolto,
  • poca voglia di svago,
  • diminuzione del desiderio.

Ci sono dei fattori di rischio che favoriscono il cronicizzarsi delle situazioni di stress:

  • Intensità dello stimolo stressante
  • Frequenza di manifestazione dello stimolo
  • Impotenza percepita dal soggetto
  • Mancanza di tempo per ripristinare l’equilibrio
  • Percezione individuale della situazione come stressante

Per quanto riguarda l’impatto e la capacità di gestire lo stress giocano una parte fondamentale i fattori soggettivi: tutto ciò che è stato elencato prima tra i fattori di rischio è profondamente soggettivo, e non esiste uno schema universale in cui inquadrare lo stress che una data situazione può provocare. Addirittura situazioni percepite da alcuni come profondamente positive (come ad esempio una promozione sul lavoro, o il raggiungimento di un traguardo considerato importante) possono risultare molto stressanti per altri, e viceversa, richieste di prestazioni più elevate in ambito professionale, o relazionale, possono risultare stressanti o stimolanti in senso positivo a seconda della valutazione soggettiva che viene data all’evento. Allo stesso modo, anche le possibilità di agire e di controllare i livelli di stress in modo da limitare o risolvere la cronicizzazione devono tenere conto delle caratteristiche individuali. Come spesso accade, non esiste nessuna risposta preconfezionata adatta a tutti: la “soluzione” allo stress risiede nell’aumento della propria consapevolezza a tutti e tre i livelli (fisico, emotivo e mentale) aumentando così la capacità di affrontare i fattori oggettivi di stress con maggior efficacia, rendendo lo stress un importante segnale, una bussola, che ci guidi nella cura di ciò che è più prezioso: il nostro benessere

Detto ciò ci sono delle “linee guida” che possono essere utilizzate per migliorare la gestione dello stress. A livello corporeo è bene considerare attività che aumentino la consapevolezza e la cura che se ne ha: attività fisica, manipolazioni, massaggi, yoga, tecniche di rilassamento, o qualunque attività, svolta con misura, che consenta di provare un senso di piacere e di contatto con le proprie sensazioni fisiche. A livello emotivo è bene allenarsi ad ascoltare i diversi modi con cui le emozioni si esprimono, a riconoscerle e, soprattutto, accettarle. A questo scopo possono risultare utili diverse tecniche volte a prendere coscienza di ciò che succede dentro di noi. Infine è necessario esercitarsi a riconoscere i propri pensieri, sviluppare la capacità di focalizzarsi e la metacognizione (consapevolezza dei propri processi di pensiero).

Questi livelli sono profondamente intrecciati l’uno all’altro e molte tecniche possono essere utilizzate efficacemente per agire a più livelli. Purtroppo non siamo molto allenati alla consapevolezza e spesso i nostri processi interni, i segnali inviati dal nostro corpo sono per noi di difficile lettura… Altrimenti lo stress non sarebbe così presente nelle nostre vite! Viste le conseguenze che può comportare è però bene valutare quando sia opportuno imparare a gestirlo, attraverso le competenze che uno psicologo professionista del benessere può mettere a disposizione, sia con percorsi di gruppo che con interventi di counseling individuale, a seconda delle situazioni e delle necessità personali. (Ti interessa? Allora dai un’occhiata alla sezione dedicata del sito!)

Potenzialmente, tutto può essere una risorsa per la propria crescita personale: il modo di affrontare una situazione, iniziare una nuova esperienza, conoscere persone, dedicare del tempo a sé, a pratiche creative. Ciò che fa la differenza è l’intenzione che metto, nel desiderio di guardarmi dentro e riconoscere quel che vedo. Non resta altro che cercare il proprio percorso e… percorrerlo!

BIBLIOGRAFIA

Danon, M. (2012). Stop allo stress. Urra.

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Anna Sari, psicologa

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