STARE BENE CON SE STESSI: LO STRESS E I DISTURBI PSICOSOMATICI

stare bene con se stessiAlzi la mano chi non si sente stressato! Scommetto che in pochi lo avete fatto. Questo perché per stare bene con se stessi è necessario che il Sè profondo abbia la possibilità di esprimersi liberamente e pienamente. Ecco, non mi è ancora capitato di incontrare qualcuno che abbia la fortuna di trovarsi naturalmente in questa condizione.

Nella nostra società, nelle nostre famiglie, il piacere di vivere e la spontaneità sono molto spesso dimenticate. In compenso però abbiamo molti doveri a cui attenerci. Finiamo così per inibire o bloccare molte delle funzioni psicosomatiche necessarie per stare bene con se stessi. Tali funzioni poggiano su una colonna portante: il sistema del piacere corporeo. Da questa radice hanno la possibilità di sviluppare i rami dei sistemi emotivi che consentono l’espressione del sé. Il sistema del piacere corporeo tende a mantenere l’omeostasi, ovvero tende a mantenere un equilibrio interno di processi metabolici.

E’ il piacere di vivere il corpo e le sue funzioni di base. Mangiare, dormire, fare l’amore, sentirsi al sicuro e in tranquillità. Per stare bene con se stessi è necessario riportare ad un buon funzionamento il sistema del piacere corporeo. Vediamo perché.

 

Per difendere l’omeostasi gli esseri umani hanno due sistemi, uno attivo e uno passivo. Il  sistema attivo è quello “dell’attacco-o-fuga” (Cannon, 1915). L’attacco-o-fuga è un sistema di risposta agli eventi stressanti, mediato dalla paura e dalla rabbia. Selye (1955) definì lo stress come “una risposta specifica a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente”. Si tratta quindi si un sistema di difesa che attiva specifiche risposte dell’organismo di fronte ad eventi percepiti come pericolosi (da un punto di vista fisico, mentale o emotivo).

Lo stress di per sé non è “cattivo”.  È una risposta funzionale dell’organismo a un evento e dovrebbe esaurirsi a termine dell’evento stesso. Quando questa reazione invece perdura o diventa troppo intensa iniziamo ad avere gli effetti negativi sull’organismo.

 

L’altro sistema, quello passivo è “l’inibizione dell’azione” (Laborit, 1988).  Negli esseri umani è la risposta più diffusa allo stress. Si tratta in pratica di una soppressione della risposta sia di attacco che di fuga. L’inibizione dell’azione porta a un eccesso di produzione di cortisolo che è molto dannoso per l’organismo. L’ipercortisolemia prolungata è infatti all’origine di:

  • deficit immunitari (tumori),
  • malattie autoimmunitarie,
  • sindrome metabolica,
  • artrosi,
  • ipertensione e cardiopatie,
  • disturbi del sonno,
  • stanchezza,
  • infiammazioni, etc…
L’inibizione dell’azione è quindi il comportamento più diffuso tra gli esseri umani, che tendono a bloccare gli istinti reattivi primari: attacco, fuga, difesa, aggressività, paura, rabbia. Ciò pone le basi per comportamenti di dipendenza e sottomissione.

 

Del resto il bambino si trova di fatto in una situazione di dipendenza e di inferiorità verso l’adulto. Ciò lo porta a preferire la risposta di inibizione dell’azione piuttosto che quella di attacco o fuga e tale comportamento permane anche nella vita adulta. A differenza degli animali, gli stressor umani hanno una durata più prolungata (condizionamenti familiari e sociali). Ciò comporta che la risposta allo stress non si esaurisce in poco tempo, ma permane per tempi molto lunghi, portando a una progressiva disfunzionalità. Alti livelli di cortisolo e noradrenalina ne sono la conseguenza e ciò comporta uno stato di stress cronico con ansia e tensione psicofisica permanente.

Quindi ricapitolando: il sistema della paura risponde al senso di pericolo o al dolore attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che avvia la risposta psicosomatica attiva (la risposta di “attacco-o-fuga”). Oppure, quando non è possibile reagire attivamente o dove la risposta aggressiva o di fuga non sia ritenuta funzionale, attivando la risposta psicosomatica passiva (l’inibizione dell’azione).

A seconda della struttura di base della personalità abbiamo quindi delle possibili risposte allo stress riassunte nel seguente schema:

 

stare bene con se stessi - reazione allo stress

Il perdurare di situazioni di stress provoca la comparsa di disturbi psicosomatici da stress. Tali disturbi ricevono molto spesso un trattamento medico o psicologico volto ad alleviare i sintomi. Difficilmente si agisce sulla causa dello stress (il cattivo funzionamento del sistema del piacere corporeo e l’inibizione dell’azione, come abbiamo visto). Questi trattamenti, pur portando a un miglioramento iniziale, non sono in grado di risolvere le cause e quindi di ripristinare lo stato di benessere desiderato.

Per poter stare bene con se stessi ed ridurre gli effetti dello stress dobbiamo innanzitutto agire sul sistema del piacere corporeo e sul meccanismo dell’inibizione dell’azione.

 

A questo scopo è stato sviluppato dall’istituto di Psicosomatica di Bagni di Lucca il progetto Benessere Globale, basato sulla consapevolezza di sé e sulla psicosomatica. Tale percorso, strutturato in una decina di incontri in gruppo, è in grado di promuovere la salute degli individui, migliorando il benessere psicofisico e riducendo lo stress e l’ansia.

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BIBLIOGRAFIA

http://www.psicosomaticapnei.com/pdf/2017/NEUROPSICOSOMATICA2_LE_BASI_CLINICHE_DEL_PROTOCOLLO_PMP.pdf

About anna_sari

Anna Sari, psicologa

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