IL SORRISO CHE NASCONDE IL DOLORE

sorriso che nasconde il doloreLa prossima Neuropersonaltà è la emotivo attiva. Anche questa Neuropersonalità è in relazione col cervello emotivo, ma coinvolge maggiormente la parte attiva del gioco, del divertimento  e della socializzazione. Spesso però chi è prevalente in questa Neuropersonalità mostra un sorriso che nasconde il dolore. 

Nella Neuropersoalità emotivo attiva sono particolarmente presenti attività divertenti che coinvolgono la socializzazione, la ricerca di sensazioni piacevoli. Tali attività coinvolgono la dopamina e risultano molto gratificanti. Si tratta di persone piacevoli, divertenti, estroverse e socialmente abili. L’altra faccia della medaglia è la difficoltà a vivere serenamente le relazioni intime e ad affrontare il dolore e la paura. 

La ricerca di sensazioni intense e divertenti è funzionale ad evitare la parte più difficile della solitudine e dell’intimità vera.

Quando la Neuropersonalità emotivo attiva scende dalla giostra e si guarda dentro, incontra uno spazio sconosciuto che gli incute molto timore. Spesso questo spazio è caratterizzato da angoscia, da solitudine, da inquietudine. E allora è molto meglio dedicarsi a qualcosa di più divertente. Il sorriso che nasconde il dolore, appunto.

Le caratteristiche dell’emotivo attivo sono la seduttività, l’estroversione, l’ambizione, il carisma, essere manipolatore, dipendente attivo, esagerato, drammatico. 

Se alla Neuropersonalità emotivo attiva manca consapevolezza, diventa l’adulto incapace di assumersi responsabilità.

Esce a bere con gli amici anziché occuparsi dei propri doveri. Oppure scappa dalle relazioni quando si fanno più intime perché non capace di entrare in un vero rapporto con l’altro. A volte fa uso di sostanze per stare alla larga dalla propria inquietudine ed evitare di guardarsi dentro. Oppure sviluppa comportamenti di dipendenza. Man mano che ci spostiamo lungo il cotinuum consapevolezza – mancanza di consapevolezza approdiamo a comportamenti narcisistici o istrionici o a comportamenti maniacali. 

La Neuropersonalità emotivo attiva è facilmente rinforzata dalla società: meglio il sorriso che nasconde il dolore piuttosto che affrontare i problemi! 

Anche la famiglia rinforza questo tipo di atteggiamento, incoraggiando il bambino a evitare il dolore o sminuendone la sua importanza e distraendolo con attività divertenti. Questo comportamento può essere di aiuto ai bambini che drammatizzano troppo e si fissano sul dolore. Ma per gli emotivo attivi questo rinforzo allontana ulteriormente da un’onesta capacità introspettiva che accolga anche le parti dolorose dell’esperienza.

Per portare equilibrio nella Neuropersonalità con un eccesso sul versante emotivo attivo è molto importante la meditazione e la Mindfulness.

Queste persone necessitano di imparare a creare silenzio, soprattutto al proprio interno e imparare ad accorgersi di tutte le azioni volte a portarli fuori di sé. Le persone emotive attive, soprattutto nei momenti di difficoltà, tendono a fuggire dalle proprie sensazioni. È importante accorgersi di questi momenti ed imparare ad osservarli e a incontrare le emozioni tanto temute. Qui una pratica guidata per sperimentare la Mindfulness psicosomatica. 

Maturando la capacità introspettiva si porterà equilibrio nelle varie componenti delle Neuropersonalità. Non ci sarà più solo un bisogno di uscire da sé e distrarsi, ma sarà presente anche la capacità di vivere con più equilibrio l’intimità e le emozioni dolorose. Si svilupperà un maggiore empatia verso il prossimo. Ci saranno possibilità più flessibili per rispondere alle situazioni quotidiane e questo porterà un importante arricchimento.

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Anna Sari, psicologa

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